La magia del feedback

La Scienza del Sé ci dimostra come l’auto-consapevolezza sia il modo più valido per disegnare la vita che vogliamo e costruire lo stato di felicità incondizionata tanto desiderato. Per fare ciò, però, abbiamo bisogno di guardarci dentro, crescere, imparare, capire e lavorare quotidianamente sul nostro sé, per rivelare la nostra bellezza come esseri umani.

Uno dei passi da compiere è mettersi in discussione e in relazione con ciò che gli altri vedono di noi. Per accogliere la sfida dobbiamo essere disposti a sperimentarci e ad accettare ciò che gli altri ci rimandano su di noi e sui nostri comportamenti. Dobbiamo accettare di poter fallire o di non essere sempre performanti per poter crescere, migliorare e non rimanere intrappolati nella maschera della perfezione.

Non esiste fallimento, solo feedback – Richard Bandler

Bandler, padre della PNL, con questa sua massima ci invita a vivere il processo della vita come se fosse un semplice esperimento. Fare ciò sarebbe liberatorio, qualcosa che darebbe la forza e il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort e che ci farebbe brillare sul palcoscenico della vita grazie alla nostra luce interiore.

Passiamo l’infanzia ad imparare incessantemente come camminare, parlare, scrivere tramite un processo di tentativi ed errori. Facciamo una prova ed impariamo da eventuali sbagli, e poi siamo ancora lì a riprovarci e a sbagliare nuovamente, per poi cambiare strada e ritentare per l’ennesima volta. Utilizzando questo ciclo di feedback miglioriamo e non ci fermiamo fino a quando il risultato non è raggiunto. Poi, diventiamo adulti e pensiamo di dover fare tutto giusto al primo tentativo.

Questa resistenza a svelare i nostri punti deboli è molto diffusa nei contesti aziendali, a tal punto che team e persone non cercano di oltrepassare i limiti del possibile, non riescono a sognare in grande e a spingersi oltre l’invisibile. Per paura di non essere accettati, di essere esclusi o di non essere considerati adeguati non ci si mette in discussione, non si svelano le proprie paure, non si individuano le aree di miglioramento o si tende a nascondere aspetti del proprio sé che non si sono ancora sviluppati del tutto.

La buona notizia è che esiste uno strumento prezioso che, se utilizzato bene, può condurre tutti ad evolvere, a sapere che è concesso sbagliare, che si può avere la possibilità di migliorare e cambiare, e che consente di essere riconosciuti nella propria unicità.

Si chiama feedback ed è uno strumento molto potente, nonché una vera e propria competenza manageriale che tutti i leader dovrebbero coltivare ed allenare. Ricevere e dare feedback è un processo che si può apprendere e che ci permette di evolvere e crescere come individui e professionisti.

In qualità di leader hai la possibilità di fornire al tuo team una prospettiva di crescita, di portare alla luce eventuali atteggiamenti che allontanano il conseguimento degli obiettivi aziendali, nonché di individuare schemi di comportamento e pensieri ricorrenti dei tuoi collaboratori non funzionali allo svolgimento delle attività.

Il feedback non è un consiglio, un’opinione o un giudizio. Per questa ragione va offerto in modo accurato, responsabile e nel rispetto della persona. È importante decidere i contenuti essenziali per lo sviluppo e la crescita della persona a cui lo si sta restituendo.

Esistono due tipi di feedback: il feedback di miglioramento e il feedback di riconoscimento.

Il feedback di miglioramento ha l’obiettivo di evidenziare una possibile area da migliorare nell’ambito della mansione o del ruolo della persona a cui lo si sta fornendo, oppure un’area che non è stata ancora sviluppata completamente allo scopo di rendere efficaci comportamenti o azioni.

Il feedback di riconoscimento ha lo scopo di rispecchiare all’altro una sua caratteristica, talento, capacità o conoscenza, o comunque un suo aspetto specifico che può essere considerato un potenziale – relativo al carattere o alla personalità – che la persona può utilizzare in ambito lavorativo come una risorsa utile al raggiungimento dei suoi obiettivi o di quelli dell’intero team di cui fa parte.

Spesso accade di ricevere giudizi o critiche distruttive e non feedback costruttivi. Soprattutto se il feedback non rientra nella cultura o nella mentalità della persona a cui lo si sta donando, è possibile che la persona non sappia come gestirlo o accoglierlo, o avere difficoltà ad integrarlo nel processo lavorativo.

È necessario, dunque, dare il tempo alle persone per abituarsi a ricevere feedback, a capire come accoglierli, gestirli ed utilizzarli per ciò che rappresentano: potenti strumenti di crescita e di scoperta ed evoluzione del proprio Sé.

Ecco alcune indicazioni utili per un buon feedback finalizzato ad aiutare le persone a crescere senza abbatterle o demotivarle:

  • Sii specifico: fornisci esempi oggettivi e concreti
  • Attieniti ai fatti, non fare supposizioni
  • Usa empatia e comprensione
  • Concentrati su come far andare bene le cose in futuro, non su ciò che non ha funzionato
  • Rendilo costruttivo. Il feedback è utile solo se il tuo interlocutore può fare qualcosa al riguardo
  • Focalizza il feedback sui comportamenti, non sull’identità. È il comportamento che deve essere migliorato, non la persona

Il feedback di riconoscimento è la bacchetta magica a cui puoi fare ricorso per generare cambiamenti, migliorare il clima aziendale, rafforzare la coesione del gruppo di lavoro e creare appartenenza. Esso crea motivazione, stimola la creatività, migliora il clima interno e sviluppa l’engagement, oltre a generare fiducia ed incidere positivamente sulla salute, stimolando emozioni positive ed ormoni del benessere che derivano dal soddisfacimento del bisogno di approvazione e riconoscimento.

Introduci nel tuo planning settimanale la tecnica del feedback di riconoscimento e per 21 giorni monitora i cambiamenti che avvengono nel tuo gruppo di lavoro, sia a livello individuale che collettivo:

  1. Metti in un luogo che reputi adatto la scatola magica dei feedback, dove tutti i membri del tuo team durante la settimana inseriranno dei biglietti contenenti un riconoscimento per ciascun membro del team, te compreso. Fai lo stesso per loro.
  2. Imposta il rituale del venerdì, in cui tutto il gruppo si riunisce per aprire la scatola magica e leggere i riconoscimenti scritti su ciascun biglietto. Scegliete insieme un momento specifico della giornata dove potervi riunire tutti insieme in tranquillità per godere dell’esperienza, confrontarvi e aggiungere altri riconoscimenti, se è il caso, rispetto a ciò che di buono avete creato per rendere migliore la settimana.
  3. Lasciati sorprendere dai risultati che vedrai accadere. 21 giorni sono il tempo minimo utile per generare cambiamenti nei nostri comportamenti o nelle nostre abitudini.

Non smettere mai di sognare che le cose possano essere diverse, che il tuo lavoro possa sempre migliorare e che il tuo impatto positivo sulle persone che ti circondano possa essere moltiplicatore di altre azioni positive nel mondo.

Se non ora, quando?

*articolo scritto per il progetto editoriale della Scienza del Sé di Sandro Formica. www.scienzadelse.it